domenica 25 novembre 2007

Se il buongiorno si vede dal mattino..



di Angelo Zurzolo, Coordinatore regionale Gioventù Italiana Calabria

Sul sito internet del partito democratico campeggia uno slogan… un Italia nuova. Forse hanno intenzione di cambiare l’Italia, ma la Calabria non di sicuro… I nostri paladini della giustizia e della legalità infatti dopo mesi di trattative hanno finalmente sciolto le riserve su chi dovesse guidare il partito in Calabria. Dopo la democratica elezione di Marco Minniti come coordinatore regionale (il vice ministro dell’Interni era l’unico candidato) è stato nominato capogruppo del PD in Consiglio Regionale Nicola Adamo già noto alle cronache sia per fatti di gossip, un paio di anni fa ebbe un figlio nato fuori dal matrimonio (il suo) dall’allora sindaco di Cosenza Eva Catizone, e sia, e soprattutto per vicende giudiziarie. Il già vice – presidente della Giunta Regionale, è infatti noto nelle Procure calabre; colui che dovrebbe contribuire in prima persona al cambiamento della Calabria è indagato dalla Procura della Repubblica di Paola in un’inchiesta sullo sfruttamento dell’energia eolica, le ipotesi di reato emerse a suo carico, corruzione ed abuso d’ufficio. Ma l’uomo di Walter il magnifico in Calabria non è nuovo alle Procure, infatti nel settembre del 2006 è già stato indagato per Truffa, associazione a delinquere e abuso di potere. E dulcis in fundo fa parte anche lui tra gli indagati nell’inchiesta Why not. Premettendo che vige la presunta innocenza fino a sentenza irrevocabile, c’è da chiedersi comunque, come sia possibile che un partito che si vuole porre sulla scena politica come portatore di “un’Italia nuova” non riesca a trovare leader con meno carichi pendenti? Per gli altri la questione morale è uno slogan, un qualcosa da sbandierare, ma per noi giovani di Destra calabresi è uno stile di vita, è un qualcosa che ci portiamo dentro e che vogliamo “imporre” all’intera società. E allora se questa è l’Italia, ed in particolare la Calabria che ci vogliono dare Veltroni ed i suoi collaboratori calabresi noi diciamo no! Noi vogliamo una Calabria dove pregiudicati e indagati stiano fuori dal consiglio regionale, una Calabria dove l’unica politica effettuata dallo Stato non sia quella assistenzialista bensì una politica di sviluppo, una Calabria dove i giovani capaci e meritevoli non siano costretti ad emigrare ancora nel 2007 per cercare fortuna, questa è la Calabria nuova che vogliamo non quella di Veltroni e Adamo.

sabato 24 novembre 2007

Spagna: gli uccidono il cane e lo mettono in cella



“Il grado di civiltà di un popolo lo si capisce dal modo in cui tratta gli animali”
Indira Ghandi




Tratto da Libero del 23/11/2007





Simone Rigni è un artista di strada bolognese ed ha 36 anni, descritto da tutti quelli che lo conoscono come una persona buona, gentile, amante degli animali e della natura. Qualche anno fa comincia un viaggio in Spagna, paese che ama molto, con la sua compagna, Anna Fiori, ed i suoi tre cani, Olly, Vito, Maggie. Frequentano fiere e feste di paese, dove mette mano alla matita e alla sua vena artistica, disegnando abili caricature dei turisti di passaggio. Sembra aver trovato un po' di serenità dopo la malattia, un cancro maligno alla pelle che lo ha costretto a due interventi chirurgici. "Abbiamo pensato ad un lungo viaggio col quale dimenticare le recenti tristi esperienze" dice Anna. E invece era solo l'inizio di un incubo. Per poter partecipare ad una fiera, Simone ed Anna devono affidare i loro tre cani al canile municipale della città di Cadiz. Dopo tre giorni si recano a riprenderli, ma i loro cani sono morti. "Si sono azzannati a vicenda" è la giustificazione degli operatori del canile. Dopo la disperazione, le proteste. Simone ed Anna vogliono sapere la verità. La verità è che il cadavere della cagnetta Maggie viene trovato all'interno di un frigorifero. L'autopsia, effettuata a Siviglia dopo la denuncia alle autorità, dimostra che Maggie è stata uccisa con una soluzione paralizzante ed è morta tra atroci tormenti. Simone ed Anna protestano civilmente. Il 7 ottobre davanti alla Chiesa di Santo Domingo a Cadiz, duemila persone pacifiche chiedono una decisa trasformazione, o la chiusura, della struttura. Il sindaco Teofila Martinez (Partito Popular) esce dalla Chiesa ed è allora che la polizia carica i manifestanti. Scoppia un tafferuglio, Simone ed una ragazza spagnola vengono picchiati ed arrestati per lesioni a pubblico ufficiale. Le testimonianze ed i video però li scagionano. Non hanno aggredito nessuno. Lo testimonia anche Anna: "L'hanno messo in carcere perchè aveva sollevato il problema di una struttura lager finanziata con soldi pubblici". Il 13 ottobre il tribunale stabilisce che Simone può essere scarcerato dietro pagamento di 9.000 euro, più altri 10.000, di spese legali, e che deve essere espulso dalla Spagna. La famiglia non ha disponibilità finanziarie e Simone, ancora oggi, urla dal carcere la sua disperazione tramite la sorella Erika, che lo può vedere una volta al mese attraverso un vetro blindato. Erika è affranta:" Siamo ignorati dalle istituzioni. So che il caso è arrivato in Parlamento grazie al senatore Bulgarelli ( Verdi-CI ndr): ma il governo cosa fa? Voglio che mi spieghino perchè Simone è ancora in cella."





Per chi volesse contribuire a liberarlo, il sito http://www.dogwelcome.it/ mette a disposizione tutte le informazione necessarie.

Dia l'esempio..


Napolitano: "I rom non sono il male, bisogna integrarli"

Secondo il presidente della Repubblica l'attuale legge sulla cittadinanza è troppo restrittiva.
"Si è sentito dire, non solo dei rom, ma dei romeni, che sono il male di cui avere paura. Ma non bisogna avere paura, bisogna farli integrare nel rispetto della legge e far avere loro la cittadinanza". Lo sostiene il presidente della Repubblica, Napolitano, intervenuto alla Giornata nazionale per i diritti dell'infanzia e dell'adolescenza.Secondo Napolitano, inoltre, l'attuale legge sul raggiungimento della cittadinanza italiana "è troppo restrittiva", "bisogna aprire canali nuovi di accesso alla cittadinanza italiana per tanti ragazzi e tanti giovani", «vanno ridotti i tempi per ottenerla», «non bisogna aver paura ma bisogna integrare» ha detto il presidente della Repubblica.

Ovviamente sono profonde e nobili parole, ma perché Napolitano, in qualità di massima carica istituzionale, non dà l’esempio a tutti i suoi concittadini e fa seguire alle parole gesti concreti? Magari accogliendo in una piccola area della tenuta presidenziale di Castel Porziano (copre una superficie di circa 59 chilometri quadrati, 5.892 ettari, clicca qui) un bel campo nomade. Oltre ad essere d’esempio per tutti gli altri italiani, così facendo Napolitano potrebbe sperimentare la bellissima esperienza di buon vicinato con questo fantastico popolo, che già da tempo migliaia di italiani, con grandissimo entusiasmo, provano ogni giorno (ed ogni notte).

domenica 18 novembre 2007

Intenzioni di voto di novembre 2007










Pd e Fi - L’effetto primarie è già svanito: il Partito democratico accusa una lieve flessione negli orientamenti di voto (dal 30 al 29%), ma resta ancora davanti a Forza Italia (data al 28,5%), che registra anch’essa un calo di consensi. Forza Italia risente dell’impasse dell’attuale situazione politica, che non si sblocca nella direzione voluta da Berlusconi, ovvero le elezioni. Anzi dopo l’approvazione della Finanziaria sembrano allontanarsi ulteriormente. Il Partito Democratico dopo l’iniziale euforia si sta dimostrando una bella casa, ma vuota all’interno: sembra ancora lontano dal riuscire ad elaborare risposte concrete alle esigenze del paese.

La Destra - La vera novità delle ultime settimane è La Destra, che supera di nuovo la
soglia del 3%, sulla spinta della Costituente e dell’adesione della Santanchè. Sin dalla nascita del movimento la Destra, i sondaggi hanno rivelato l’ampio spazio politico a disposizione di Storace: dopo l’assemblea costituente il nuovo partito si attesta al 3,4%, senza però intaccare i consensi di An (ferma all’11%), in attesa che il suo leader, Fini, le restituisca una chiara linea ed identità politica.

Di Pietro - Dopo molti mesi di trend positivo è la flessione netta di Di Pietro che perde un punto, probabilmente perchè abbaia troppo e morde poco. L’Italia dei Valori perde l’1% nei sondaggi: le posizioni ondivaghe, spesso più vicine al centrodestra, stanno costando caro a
Di Pietro, il cui elettorato è attentissimo alla coerenza in politica. Il voto sul ponte dello Stretto e le eccessive tensioni create nella maggioranza dall’ex pm sono state manovre poco gradite.
Anche il suo antagonista Mastella è tornato alle percentuali dello zero virgola sotto la pressione di colpi che avrebbero ammazzato un cinghiale.

Grande Centro al 5% - Il progetto del Grande Centro, tanto caro a Casini e Mastella, parte con una base del 5% (Udc al 4,2% e Udeur all’0,8%). Nella rilevazione, però, non è compreso il fattore-Pezzotta che con il suo
“movimento bianco” può sedurre parte dell’elettorato cattolico di Pd e Forza Italia, nonché di An e tutti i micropartiti di area centrista.

Socialisti - Il Partito Socialista che fa capo ad Enrico Boselli, Bobo Craxi, Gianni De Michelis e Gavino Angius esordisce nel nostro sondaggio con un 3%. Sempre a sinistra fa il suo esordio la Sinistra Democratica di Mussi accreditata di un 1%.

Coalizioni - Dal punto di vista delle coalizioni,
lo scenario non cambia: la Casa delle Libertà ha un margine del 3%, anche senza l’Udc. Nemmeno la Finanziaria ha saputo risollevare il consenso intorno al centrosinistra: la strategia comunicativa (e politica) mirante a riavvicinare gli elettori sinora non ha sortito effetti per l’Unione.

Infine un’osservazione: in questo periodo, in cui si parla di riforma del sistema elettorale, è interessante notare come due formazioni politiche, Forza Italia e Partito Democratico, stando ai sondaggi, otterrebbero insieme, il consenso del 60% dell'elettorato, cosa che nel nostro Paese in 60 anni di Repubblica non è mai accaduta.







giovedì 15 novembre 2007

Rita Levi Montalcini e la vicenda Cronossial




Egitto - Per la prima volta in mostra il volto di Tutankamon… Non vi fate fuorviare dall’immagine, non è questo l’argomento del post! L’illustre scienziata, senza retorica, è balzata agli onori delle cronache qualche tempo fa in seguito ad una querelle con il Sen. Storace che la rimproverava di essere, con gli altri senatori a vita, palesemente filogovernativi (Colombo, Ciampi, Scalfaro), la “stampella” del governo. L’accusa era incentrata sul ruolo dei senatori a vita e sulla loro “legittimità” non costituzionale, ma rappresentativa. Non voglio entrare nel merito della questione dei senatori a vita (è così indispensabile che ci siano?), anche se comunque è il caso di ricordare che l’appoggio della Montalcini al governo non è solo di natura ideologica, ma ha delle motivazioni molto più pragmatiche e venali, come gli stanziamenti ad hoc, compresi nella finanziaria, all’EBRI (European brain research institute), fondazione che fa capo alla scienziata-senatrice. Ma spulciando qua e là ho scoperto che l’ill.ma scienziata ha legato il suo nome ad un caso un po’ controverso, quello riguardante il Cronossial, vicenda da cui emerge che la preg.ma scienziata venderebbe l’anima anche al diavolo, (e chissà che non l’abbia fatto davvero!) pur di ricevere dei finanziamenti per le sue fondazioni. Per quanti non ricordassero la vicenda Cronossial, riporto stralci di alcuni quotidiani del 2002, buona lettura:


Nel 1975 Francesco Della Valle, gestore della Fidia, piccola azienda farmaceutica di Abano (Padova) ottiene da Duilio Poggiolini, il corrotto dirigente del ministero della Sanità (sarà in seguito condannato, insieme alla moglie complice), la registrazione di un farmaco spacciato come miracoloso, il Cronassial. Non supererà mai i test scientifici imposti dalla normativa e si rivelerà, nelle miglior delle ipotesi, un placebo e, nelle peggiori, addirittura dannoso. Della Valle, che ha bisogno di referenti scientifici per far pubblicità al suo Cronassial, versa 50 milioni (del 1975, badate bene) a Rita Levi Montalcini, che perora contributi per la Fondazione Levi. Da questo momento i rapporti tra Levi Montalcini e Fidia si fanno sempre più stretti. «La scienziata - dichiararono a Espansione i ricercatori della Fidia -segue le indagini di laboratorio e ne esamina i risultati», mentre il materiale promozionale dell'azienda rimarca il madrinaggio dell'illustre scienziata, che assurge, nei fatti se non nelle intenzioni, a capofila dei garanti scientifici della Fidia. Nel 1986 la Levi Montalcini riceve, insieme a Stanley Cohen, il Nobelper la scoperta del fattore di accrescimento delle fibre nervose. Nelsuo discorso di ringraziamento dinanzi alla stampa mondiale, la donna si rivolge riconoscente agli amici della Fidia che l'hanno aiutata nelle ricerche. Per Fidia e il suo Cronassial è un trionfo. Il Cronassial, che nei momenti di massima incidenza sul fatturato arriva all'82%, diventa il farmaco più venduto in Italia. Il marketing aggressivo di Della Valle induce i medici a prescriverlo come cura di tutti i mali. La Fidia, che nel 1968, all'arrivo di Della Valle, fatturava 600milioni, balza a 420 miliardi e si colloca al quarto posto nella classifica delle industrie farmaceutiche. Nel 1989 Le autorità della Germania mettono in relazione il Cronassial con una malattia che paralizza gli arti e uccide un paziente su dieci: la sindrome di Guillain-Barré. Il Cronassial è bandito dal mercato tedesco. L'anno dopo, in Gran Bretagna, gli inglesi vietano la vendita del Cronassial, che è ricavato dal cervello di bue. In seguito il farmaco sarà bandito anche dalla Spagna (per la Guillain-Barré) e in altri mercati, mentre negli Stati Uniti non otterrà mai la registrazione. Inizia il tramonto di Della Valle, che i padroni della Fidia (misteriosi individui di una società anonima basata a Mendrisio,in Svizzera) cacciano. Della Valle si mette in proprio e fonda una microazienda, la Lifegroup. Levi Montalcini, che in tutto questo tempo non ha mai preso le distanze dai nefasti del Cronassial, dichiara:«L'uscita di Della Valle dalla Fidia minaccia la sopravvivenza della ricerca scientifica». Che invece sopravviverebbe alla Lifegroup, dove l'anziano premio Nobel dirotta la propria collaborazione. Espansione chiese invano a Levi Montalcini un commento sulle disgrazie del Cronassial, nel frattempo fustigato anche dal British Medical Journal, una delle più autorevoli riviste scientifiche internazionali del settore. Le vendite del Cronassial crollarono del 95% finché persino l'Italia, nonostante le resistenze di Poggiolini, fu costretta a metterlo fuori legge. Stampa e comunità scientifica internazionale spararono a zero contro «un farmaco in cerca di patologia», come lo battezzò Daniele Coen, ricercatore dell'Istituto Negri di Milano (presieduto da Silvio Garattini). Furono stigmatizzate le astuzie di Della Valle, la complicità dei medici prescrittori e le corruttele alministero della Sanità.



QUANDO LA CAVIA E' L'UOMO
Il caso del farmaco Cronassial. A base di cervello di bovino, era letale.


- L'Inchiesta

Miliardi spesi per gli esperimenti sugli animali. Ma alle aziende non basta: il test finale è sulle persone.

di Oscar Grazioli


In questo viaggio nel mondo della vivisezione o sperimentazione animale che dir si voglia, abbiamo solo marginalmente accennato alle obiezioni etiche che pur ci dobbiamo porre quando "usiamo" gli animali a fini scientifici. Ci siamo misurati su di un terreno rigorosamente scientifico cercando di dimostrare che talvolta questa sperimentazione "salvavita" è falsa per meri interessi di bottega ed è quasi sempre fuorviante perché i dati, estrapolati dalle cavie, non sono applicabili all'uomo. Gli animali vengono prevalentemente utilizzati in laboratorio come "modelli2 delle condizioni patologiche umane. Questo è il vero peccato originale che ci ha lasciato in eredità il positivismo scientifico dei secoli scorsi. Anche un profano si rende conto delle enormi differenze che esistono tra un ratto, un cane ed un uomo. Il procedimento attuale è questo. Prendiamo un cane o un ratto che , in natura, non soffrono d'infarto. Gli causiamo l'infarto con mezzi artificiali e gli inoculiamo sostanze che pensiamo possano curare l'infarto di un uomo che soffre di nevrosi, ipertensione, obesità, fuma, fuma, beve e non dorme: (situazioni difficilmente riscontrabili in topi e cani). Follia signori miei, anzi business, soldi a palate per ricercatori, istituti "scientifici", industrie farmaceutiche, baroni universitari alla caccia di punteggi e sovvenzioni, allevamenti di animali da laboratorio. Innumerevoli danni provocati all'umanità da questo tipo di ricerca. Mi limiterò a riportare che il General Accounting Office statunitense ha passato in rassegna 198 nuovi farmaci dei 209 commercializzati tra il 1976 e il 1985 e ha trovato che, per il 52% , essi presentavano "gravi rischi emersi dopo l'approvazione" e non previsti dai test sugli animali o su prove effettuate su esseri umani. Questi rischi sono stati definiti come reazioni avverse, che potevano portare al ricovero in ospedale, a invalidità o addirittura alla morte. Come risultano, i farmaci suddetti hanno dovuto essere corredati da nuove istruzioni o ritirati dal commercio. C'è una storia però che vi voglio raccontare, perché tutta italiana e perché implica un farmaco ben noto che molti di voi hanno utilizzato. Il Cronassial. Francesco Della Valle, gestore della Fidia, piccola azienda farmaceutica di Abano (Padova) ottiene da Duilio Poggiolini la registrazione di un farmaco spacciato come miracoloso, il Cronassial. Pubblicizzato come curativo delle "neuropatie periferiche di natura dismetabolica o di altra origine anche decorrenti con manifestazioni infettive tossiche o traumatiche causate da malattie generali". Il Cronassial trova in Rita Levi Montalcini uno dei suoi più autorevoli sostenitori. Il marketing aggressivo della Valle induce i medici a prescriverlo come cura di tutti i mali. Il Cronassial diventa uno dei 10 farmaci più venduti in Italia con fatturati da capogiro. La casa farmaceutica tedesca "Dr.Madaus" entra in rapporti con la fida e tenta di introdurre sul mercato tedesco il farmaco miracoloso. Nel 1983 l'Ufficio di Sanità tedesco nega il permesso perché il medicinale (un estratto di cervello di bovino e sale) non risponde alla qualità delle buone regole farmaceutiche e c'è il sospeto che provochi effetti dannosi. Nel 1986 in Germania arriva il _Cronassial, ma due anni dopo il Prof. Peter Berlit, neurologo di Mannhein dà la notizia che 5 pazienti curati con il Cronassial risultano affetti dalla sindrome di Guillain - Barrè - Strohl, una gravissima e spesso letale malattia neurologica. Mentre negli altri Paesi o si rifiuta il farmaco o lo si ritira cosa avviene in Italia? Solo dopo diversi anni si proibisce ai medici generali di prescrivere la confezione da 100 mg, poi il Ministro Costa lo sospende, mentre il Consiglio Superiore di Sanità lo riabilita. In Inghilterra intanto si verificano 17 casi (tre mortali) di danni imputabili al farmaco. Poi scoppia il dramma mucca pazza (Il Cronassial è prodotto con cervello bovino). Decine di migliaia di persone in Italia sono state "curate" con questo estratto di cervello bovino, per il quale finalmente, dopo anni giunge il requiem definitivo che si porta dietro il funerale della Fidia. La sindrome di Creufeldt-Jacob (mucca pazza) nell'uomo ha una incubazione lunghissima. Le cavie sono solo cani, gatti e topi o anche uomini, come voi e come me? Come mai la Fidia nel 1999 invia lettera a persone sane affinché si sottopongano a pagamento (1.200.000 lire) per la sperimentazione di un nuovo farmaco l'AGF2 che dovrebbe contrastare gli effetti dell'ictus cerebrale, ma che non si può escludere abbia conseguenze negative ed effetti indesiderati, nonostante la precedente sperimentazione sugli animali? La morale che si ottiene la questa storia è che la sperimentazione animale non serve a nulla e che le vere cavie siamo noi. L'industria farmaceutica, come qualsiasi industria siderurgica, mira al profitto. Bisogna cambiare strada, ma è necessario trovare uomini che abbiano coraggio, merce rara.


Libero (anno 2002)

mercoledì 31 ottobre 2007

Apologia del comunismo: reato?




Roma, 28 ottobre - Il capogruppo dell'Udc alla Camera Volontè, qualche giorno fa ha lanciato la proposta di prevedere il reato di apologia del comunismo. Ma dal mondo politico arriva un coro di 'no', quasi bipartisan.




"Martedì mattina (ieri) - annuncia Volontè - ogni deputato, rappresentate del popolo italiano, riceverà in casella il modulo di adesione alla nostra proposta di legge di riforma costituzionale per inserire il divieto di apologia del comunismo insieme al reato già previsto per il fascismo". Prosegue Volontè: “Cento milioni sono i morti della vergogna comunista figlia della ideologia di Marx, Engels e Lenin. I comunisti italiani non solo mantengono i simboli e il nome di tale macabra ed omicida dottrina ma addirittura si recheranno in 'pellegrinaggio' alla piazza Rossa. Una vergogna e una menzogna senza precedenti, pari solo alle celebrazioni del Festival del Cinema di Veltroni tributata al macellaio Che Guevara". "Il principio di libertà di espressione - secondo il deputato centrista - deve prevedere gli stessi vincoli per il nazifascismo ma anche per il comunismo. La verità, almeno quella storica, non può ammettere eccezioni. E' inaccettabile una alleanza di governo con protagonisti adepti della setta sanguinaria comunista".



Immediate le repliche dalla maggioranza e dall'opposizione.




Pino Sgobio, capogruppo del Pdci alla Camera, sottolinea: "Divieto di apologia del comunismo? Volontè si rilegga la storia della Repubblica Italiana e lì troverà la risposta sul ruolo che i comunisti hanno avuto in Italia. I comunisti hanno dato la vita per la Liberazione del nostro Paese dal nazifascismo e per ripristinare la libertà in Italia".
"Paragonare il comunismo al fascismo - prosegue Sgobio- significa misconoscere la stessa Carta Costituzionale, nata grazie al contributo di tutte le forze democratiche e antifasciste italiane, comunisti compresi. Il capogruppo dell'Udc si rilegga la storia. Rispetto alle alleanze di governo, inoltre, Volontè si guardi attorno: troverà accanto a sé non solo gli eredi ma anche i sostenitori convinti del fascismo, inviso e combattuto dalla stessa DC, suo partito d'origine politica".
Il vicepresidente leghista del Senato Roberto Calderoli rileva: "Seppur condivisibile è superflua o comunque tardiva la proposta dell'onorevole Volontè di istituire il divieto di apologia del comunismo: la XII norma transitoria finale della Costituzione dispone che 'E' vietata la riorganizzazione, sotto qualsiasi forma, del disciolto partito fascista'. Ma fascismo e comunismo non solo altro che le due facce della stessa moneta ed è inverosimile che questa moneta, fuori corso in tutto il resto del mondo, lo sia restata ancora solo in Italia".
"Ma come il Paese a suo tempo seppe attuare una resistenza contro il fascismo oggi la sta organizzando anche contro il comunismo. Resistere, resistere, resistere", conclude Calderoli. Infine Gianfranco Rotondi, segretario della Democrazia Cristiana per le Autonomie, commenta le parole dell'esponente dell'Udc: "Non condivido l'iniziativa dell'amico Volonté: non esiste il comunismo, ma tanti partiti comunisti. Il comunismo italiano non ci ha negato la libertà, ma ce l'ha portata col sangue dei partigiani".



Io non capisco queste distinzioni. In Italia c’è stato o no il comunismo? Quando conviene si dice di no, che in Italia (per fortuna) il comunismo non c’è mai stato, quindi adducono questa scusa per giustificare il persistere nel nostro panorama politico di partiti che si richiamano direttamente alla dottrina comunista. Il ragionamento è questo: il comunismo come ideologia è giusta, è stata sbagliata, nelle varie parti del mondo, la sua applicazione; loro quindi si rifanno all’ideologia, non ai vari tentativi di applicazione di siffatta ideologia, che nel corso della storia si sono susseguiti e i cui esiti sono sotto gli occhi di tutti. Quindi sarebbe plausibile in Stati in cui non si è avuto un regime fascista o nazista, avere partiti che si rifanno a questa ideologia, non però alle loro applicazioni: quindi, in alcuni paesi, partiti fascisti o nazisti seguendo questa logica, potrebbero esistere tranquillamente? Altri dicono che ai “comunisti” si deve il ripristino della libertà in Italia in quanto hanno determinato la Liberazione dal nazi-fascismo. Tralasciamo l’effettivo apporto in termini “militari” che i “comunisti” (non assimilabili a tutti i partigiani in quanto non tutti i partigiani erano “comunisti”) hanno dato agli Alleati per la cacciata dei nazi-fascisti, che spesso si riduceva a personalistici regolamenti di conti, ma siamo sicuri che i comunisti abbiano agito solo perché mossi da puri aneliti di libertà e non perché strumentalizzati da chi già pensava ad una futura spartizione delle regioni da sottoporre al proprio giogo e alla propria influenza? Non mi cimento in risposte, ma mi sembra facile cavalcare l’onda in virtù degli avvenimenti che negli anni si sono succeduti e assurgere al ruolo di paladino della libertà. Se così fosse tutto ciò striderebbe con l’appellativo di “comunisti”, di cui tanto sono orgogliosi e fieri; tutto ciò striderebbe con i simboli di cui si fregiano e in nome dei quali milioni di persone hanno perso la vita e tanti altri milioni una vita non l’hanno mai avuta, in quanto considerati non uomini, ma semplici tasselli di un mosaico senza nessuna sfumatura di colore. Comunismo e libertà. Non vi sembra siano parole autoescludentesi? Oppure, da come si può desumere dalle parole di Rotondi, è possibile distinguere tra un comunismo buono (ovviamente quello italiano) ed uno cattivo?



Mentre c’è chi si barcamena tra dichiarazioni più o meno politicamente corrette e retoriche, mi sembra utile riportare non il solito freddo elenco di milioni di morti e di barbarie perpetrate dai vari dittatori amanti del popolo nel mondo, ma un aneddoto:

Mosca - Nella notte fra il 24 e il 25 febbraio del 1956, il leader sovietico Nikita Krushev denunciava agli attoniti partecipanti al ventesimo congresso del Pcus gli orrori del regime staliniano. Krushev dovette armarsi di grande coraggio: il congresso era nettamente diviso fra stalinisti e riformisti, e perciò il leader sovietico scelse l'ultima notte di lavori, dopo che le cariche nel comitato centrale erano state già assegnate, per lanciare quella che fu poi definita una "bomba". Nessuno sapeva fin dove sarebbero volati i frammenti di quella bomba, né poteva immaginare che pochi mesi dopo, in ottobre, lo stesso Krushev avrebbe schiacciato con i carri armati l'Ungheria riformista. Nella sala del congresso, 1426 deputati e cinquantacinque rappresentanti dei 'partiti fratelli' dell'est ascoltarono esterrefatti, in un silenzio di tomba rotto solo da qualche grido di indignazione, l'elenco degli orrori del regime staliniano. Molti accusarono malori, alcuni svennero e furono portati via in barella. Un congressista interruppe a un certo punto Krushev per chiedere: «Perché non lo avete ammazzato, quel figlio di puttana?». Il leader sovietico replicò aspramente: «Chi lo chiede?». Dai deputati non venne alcuna risposta. «Chi è stato?», insistette. E mentre il silenzio si prolungava, Krushev affermò in tono calmo: «Ora capite perché non lo abbiamo ammazzato».

Mentre alla fine degli anni '50, in Russia, il comunismo cominciava a far vedere il suo vero volto, iniziando a perdere l'ampia approvazione della popolazione, in Italia cresceva l'ammirazione, da parte degli studenti, per Stalin, Mao e tutti gli altri responsabili di Genocidi senza precedenti. Nelle scuole, allora come oggi, si studiava la storia scritta dai comunisti, non lasciando spazio alcuno a nessun tipo di ideologia "controcorrente", indottrinando così le nuove generazioni all'epopea dei falsi miti dell'est, quei miti che avevano realizzato un perfetto "paradiso comunista". Orrori della storia spesso sono stati ignorati dai libri per comodità o per interessi personali dei docenti e di tutte quelle persone che con orgoglio e in nome della democrazia manifestano con "pugno in alto" e "bandiera rossa"! Persone che non accettano critiche, non riconoscono, o fingono di non riconoscere, gli errori della sinistra, negano milioni di morti, rifiutano forme di dialogo, si sentono i custodi della Verità, i difensori dei diritti dell' uomo, quando i loro uomini al potere questi diritti li hanno calpestati indegnamente! Oggi assistiamo ad avvenimenti che rasentano la follia, a comportamenti assurdi, come le grandi mobilitazioni di tutti i movimenti di sinistra, dai verdi a Rifondazione Comunista con grandi sventolii di bandiere (tra cui immancabile quella di CUBA!!!!!!!) contro la Pena di Morte quando gli Stati Uniti, annunciano pubblicamente la data di un'esecuzione capitale. Ma dimenticano forse che tutti i paesi sottoposti a regime comunista sono grandi conservatori della pena di morte? A Cuba, in Russia, in Cina ogni giorno si eseguono esecuzioni sommarie per reati minori o reati di opinione. W il comunismo, W la libertà.. Oppure no?

Per altre info sull'argomento clicca qui

mercoledì 24 ottobre 2007

ROCCHETTA s.p.a. e la scomparsa dell’acqua a GUALDO TADINO (PG)


Lungo la dorsale degli appennini dell’Italia centrale, nella città di Gualdo Tadino(PG), i cittadini stanno protestando per una mancanza d’acqua nelle condutture idriche comunali. Fiaccolata verso la ROCCHETTA s.p.a. PROTESTA ACQUA! Questa situazione ha inizio oramai da metà settembre 2007. Il fenomeno delle turnazioni si sono sempre più intensificate. Inizialmente si sono verificate delle sospensioni notturne, ora siamo giunti a sospensioni anche diurne con un disagio notevole dei cittadini gualdensi. Per alleviare a questa mancanza d’acqua, si sta intervenendo con autobotti che riforniscono i conservoni di Gualdo Tadino. L’acqua viene prelevata dalla cittadina di Branca(PG) da una nuova conduttura momentaneamente inutilizzata per un nuovo ospedale in costruzione. Da sottolineare che questa rifornitura soddisfa solo il 3% dell’esigenza totale d’acqua della cittadina.
Ora, questa situazione a dir poco assurda, si è venuta a creare per due motivi. Prima cosa per la siccità. Le precipitazioni invernali (sopratutto quelle nevose), non sono state sufficienti per rinforzare le falde acquifere di profondità. Secondo motivo e quello principale, manca acqua a causa dei prelievi industriali della Rocchetta s.p.a.

La Rocchetta s.p.a. sta prelevando acqua nella zona di Gualdo Tadino tramite pozzi artificiali profondi dai 300 ai 600 metri. Questo fatto va sottolineato e rimarcato per far capire che non si preleva acqua di sorgente, ma si preleva da pozzi in modo forzato. Questo è devastante per qualsiasi bacino idrico in quanto ogni anno il livello dell’acqua si abbassa costantemente, fino a seccare fiumi e sorgenti millenarie. Queste affermazioni sono supportate dal Prof. Tulipano e Prof. Sappa dell’Università “La Sapienza” di Roma i quali hanno fatto uno studio della zona in questione grazie anche all’aiuto economico del comune di Nocera Umbra(PG).
Lungo la cittadina di Gualdo Tadino, scorreva il RIO FEO. Sottolineo scorreva perché ora sono tre anni che il fiume non c’è più, completamente secco. Così come si stanno seccando anche i fiumi limitrofi, il Vaccara e il Rio Fergia. Quest’ultimo ha anche un Comitato che ne è a difesa, dove sono anni che lottano su tutti i fronti legali per far restare l’acqua al suo posto, contro i prelievi industriali della Rocchetta s.p.a. Ora, siamo arrivati al punto che l’acqua non c’è più. Manca l’elemento della discussione e elemento di vita per qualsiasi essere vivente.


Il signor Angelo Viterbo, Responsabile delle Politiche Territoriali della Regione Umbria, dichiarò ad una intervista di “W l’Italia Diretta”, che se a un solo cittadino fosse mancato un solo litro di acqua, immediatamente sarebbero stati sospesi i prelievi industriali. L’acqua viene razionata, ma la Rocchetta s.p.a. preleva ancora dai pozzi e i cittadini stanno a secco. Questa è solo una delle tantissime ILLEGALITA’ della Rocchetta s.p.a. Non basterebbe un giorno intero per elencarle tutte. Inotre, concludo dicendo, che la Rocchetta s.p.a. ha messo in piedi l’IDREA s.r.l., una società satellite nata solo per arrivare a una nuova concessione di prelievo industriale. Infatti, la regione Umbria ha concesso all’IDREA s.r.l. il prelievo d’acqua nella zona tra Gualdo Tadino(PG) e Boschetto(PG). Il pozzo è già esistente e eseguito quattro anni fa dalla Rocchetta s.p.a., la concessione è a nome dell’IDREA s.r.l. e l’eventuale conduttura finirebbe proprio negli stabilimenti d’imbottigliamento della Rocchetta s.p.a. In pratica la Rocchetta s.p.a. ha due concessioni sullo stesso territorio. Spiegare tutto in poche parole non è semplice, ma qui si sta consumando un sopruso da anni. Il Comitato per la Difesa del Rio Fergia è forte e tenace, tanto da arrivare a un ricorso al TAR per le innumerevoli illegalità. Il 24 Ottobre 2007 sapremo se il TAR avrà accolto o meno le denunce del Comitato e proseguire con le indagini del caso.
Metto qui di seguito alcuni link utili e alcuni filmati espicativi, sopratutto vedere i filmati di W l’Italia Diretta:



Articolo a cura di: Massimo Michelini