mercoledì 31 ottobre 2007

Apologia del comunismo: reato?




Roma, 28 ottobre - Il capogruppo dell'Udc alla Camera Volontè, qualche giorno fa ha lanciato la proposta di prevedere il reato di apologia del comunismo. Ma dal mondo politico arriva un coro di 'no', quasi bipartisan.




"Martedì mattina (ieri) - annuncia Volontè - ogni deputato, rappresentate del popolo italiano, riceverà in casella il modulo di adesione alla nostra proposta di legge di riforma costituzionale per inserire il divieto di apologia del comunismo insieme al reato già previsto per il fascismo". Prosegue Volontè: “Cento milioni sono i morti della vergogna comunista figlia della ideologia di Marx, Engels e Lenin. I comunisti italiani non solo mantengono i simboli e il nome di tale macabra ed omicida dottrina ma addirittura si recheranno in 'pellegrinaggio' alla piazza Rossa. Una vergogna e una menzogna senza precedenti, pari solo alle celebrazioni del Festival del Cinema di Veltroni tributata al macellaio Che Guevara". "Il principio di libertà di espressione - secondo il deputato centrista - deve prevedere gli stessi vincoli per il nazifascismo ma anche per il comunismo. La verità, almeno quella storica, non può ammettere eccezioni. E' inaccettabile una alleanza di governo con protagonisti adepti della setta sanguinaria comunista".



Immediate le repliche dalla maggioranza e dall'opposizione.




Pino Sgobio, capogruppo del Pdci alla Camera, sottolinea: "Divieto di apologia del comunismo? Volontè si rilegga la storia della Repubblica Italiana e lì troverà la risposta sul ruolo che i comunisti hanno avuto in Italia. I comunisti hanno dato la vita per la Liberazione del nostro Paese dal nazifascismo e per ripristinare la libertà in Italia".
"Paragonare il comunismo al fascismo - prosegue Sgobio- significa misconoscere la stessa Carta Costituzionale, nata grazie al contributo di tutte le forze democratiche e antifasciste italiane, comunisti compresi. Il capogruppo dell'Udc si rilegga la storia. Rispetto alle alleanze di governo, inoltre, Volontè si guardi attorno: troverà accanto a sé non solo gli eredi ma anche i sostenitori convinti del fascismo, inviso e combattuto dalla stessa DC, suo partito d'origine politica".
Il vicepresidente leghista del Senato Roberto Calderoli rileva: "Seppur condivisibile è superflua o comunque tardiva la proposta dell'onorevole Volontè di istituire il divieto di apologia del comunismo: la XII norma transitoria finale della Costituzione dispone che 'E' vietata la riorganizzazione, sotto qualsiasi forma, del disciolto partito fascista'. Ma fascismo e comunismo non solo altro che le due facce della stessa moneta ed è inverosimile che questa moneta, fuori corso in tutto il resto del mondo, lo sia restata ancora solo in Italia".
"Ma come il Paese a suo tempo seppe attuare una resistenza contro il fascismo oggi la sta organizzando anche contro il comunismo. Resistere, resistere, resistere", conclude Calderoli. Infine Gianfranco Rotondi, segretario della Democrazia Cristiana per le Autonomie, commenta le parole dell'esponente dell'Udc: "Non condivido l'iniziativa dell'amico Volonté: non esiste il comunismo, ma tanti partiti comunisti. Il comunismo italiano non ci ha negato la libertà, ma ce l'ha portata col sangue dei partigiani".



Io non capisco queste distinzioni. In Italia c’è stato o no il comunismo? Quando conviene si dice di no, che in Italia (per fortuna) il comunismo non c’è mai stato, quindi adducono questa scusa per giustificare il persistere nel nostro panorama politico di partiti che si richiamano direttamente alla dottrina comunista. Il ragionamento è questo: il comunismo come ideologia è giusta, è stata sbagliata, nelle varie parti del mondo, la sua applicazione; loro quindi si rifanno all’ideologia, non ai vari tentativi di applicazione di siffatta ideologia, che nel corso della storia si sono susseguiti e i cui esiti sono sotto gli occhi di tutti. Quindi sarebbe plausibile in Stati in cui non si è avuto un regime fascista o nazista, avere partiti che si rifanno a questa ideologia, non però alle loro applicazioni: quindi, in alcuni paesi, partiti fascisti o nazisti seguendo questa logica, potrebbero esistere tranquillamente? Altri dicono che ai “comunisti” si deve il ripristino della libertà in Italia in quanto hanno determinato la Liberazione dal nazi-fascismo. Tralasciamo l’effettivo apporto in termini “militari” che i “comunisti” (non assimilabili a tutti i partigiani in quanto non tutti i partigiani erano “comunisti”) hanno dato agli Alleati per la cacciata dei nazi-fascisti, che spesso si riduceva a personalistici regolamenti di conti, ma siamo sicuri che i comunisti abbiano agito solo perché mossi da puri aneliti di libertà e non perché strumentalizzati da chi già pensava ad una futura spartizione delle regioni da sottoporre al proprio giogo e alla propria influenza? Non mi cimento in risposte, ma mi sembra facile cavalcare l’onda in virtù degli avvenimenti che negli anni si sono succeduti e assurgere al ruolo di paladino della libertà. Se così fosse tutto ciò striderebbe con l’appellativo di “comunisti”, di cui tanto sono orgogliosi e fieri; tutto ciò striderebbe con i simboli di cui si fregiano e in nome dei quali milioni di persone hanno perso la vita e tanti altri milioni una vita non l’hanno mai avuta, in quanto considerati non uomini, ma semplici tasselli di un mosaico senza nessuna sfumatura di colore. Comunismo e libertà. Non vi sembra siano parole autoescludentesi? Oppure, da come si può desumere dalle parole di Rotondi, è possibile distinguere tra un comunismo buono (ovviamente quello italiano) ed uno cattivo?



Mentre c’è chi si barcamena tra dichiarazioni più o meno politicamente corrette e retoriche, mi sembra utile riportare non il solito freddo elenco di milioni di morti e di barbarie perpetrate dai vari dittatori amanti del popolo nel mondo, ma un aneddoto:

Mosca - Nella notte fra il 24 e il 25 febbraio del 1956, il leader sovietico Nikita Krushev denunciava agli attoniti partecipanti al ventesimo congresso del Pcus gli orrori del regime staliniano. Krushev dovette armarsi di grande coraggio: il congresso era nettamente diviso fra stalinisti e riformisti, e perciò il leader sovietico scelse l'ultima notte di lavori, dopo che le cariche nel comitato centrale erano state già assegnate, per lanciare quella che fu poi definita una "bomba". Nessuno sapeva fin dove sarebbero volati i frammenti di quella bomba, né poteva immaginare che pochi mesi dopo, in ottobre, lo stesso Krushev avrebbe schiacciato con i carri armati l'Ungheria riformista. Nella sala del congresso, 1426 deputati e cinquantacinque rappresentanti dei 'partiti fratelli' dell'est ascoltarono esterrefatti, in un silenzio di tomba rotto solo da qualche grido di indignazione, l'elenco degli orrori del regime staliniano. Molti accusarono malori, alcuni svennero e furono portati via in barella. Un congressista interruppe a un certo punto Krushev per chiedere: «Perché non lo avete ammazzato, quel figlio di puttana?». Il leader sovietico replicò aspramente: «Chi lo chiede?». Dai deputati non venne alcuna risposta. «Chi è stato?», insistette. E mentre il silenzio si prolungava, Krushev affermò in tono calmo: «Ora capite perché non lo abbiamo ammazzato».

Mentre alla fine degli anni '50, in Russia, il comunismo cominciava a far vedere il suo vero volto, iniziando a perdere l'ampia approvazione della popolazione, in Italia cresceva l'ammirazione, da parte degli studenti, per Stalin, Mao e tutti gli altri responsabili di Genocidi senza precedenti. Nelle scuole, allora come oggi, si studiava la storia scritta dai comunisti, non lasciando spazio alcuno a nessun tipo di ideologia "controcorrente", indottrinando così le nuove generazioni all'epopea dei falsi miti dell'est, quei miti che avevano realizzato un perfetto "paradiso comunista". Orrori della storia spesso sono stati ignorati dai libri per comodità o per interessi personali dei docenti e di tutte quelle persone che con orgoglio e in nome della democrazia manifestano con "pugno in alto" e "bandiera rossa"! Persone che non accettano critiche, non riconoscono, o fingono di non riconoscere, gli errori della sinistra, negano milioni di morti, rifiutano forme di dialogo, si sentono i custodi della Verità, i difensori dei diritti dell' uomo, quando i loro uomini al potere questi diritti li hanno calpestati indegnamente! Oggi assistiamo ad avvenimenti che rasentano la follia, a comportamenti assurdi, come le grandi mobilitazioni di tutti i movimenti di sinistra, dai verdi a Rifondazione Comunista con grandi sventolii di bandiere (tra cui immancabile quella di CUBA!!!!!!!) contro la Pena di Morte quando gli Stati Uniti, annunciano pubblicamente la data di un'esecuzione capitale. Ma dimenticano forse che tutti i paesi sottoposti a regime comunista sono grandi conservatori della pena di morte? A Cuba, in Russia, in Cina ogni giorno si eseguono esecuzioni sommarie per reati minori o reati di opinione. W il comunismo, W la libertà.. Oppure no?

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